LE ORIGINI DI VENEZIA
Intorno al VI secolo d.C., nelle isole della vasta Laguna Veneta trovarono stabile rifugio le popolazioni di terra ferma terrorizzate dalla discesa di tribu’ barbariche. La fondazione della Città di Venezia risale alla prima metà del IX secolo, con il trasferimento della capitale da Malamocco (oggi piccola comunità costiera del Lido di Venezia) a Rivo Alto (Rialto). Questa isola risultava molto più forte e sicura in quanto ubicata al centro della laguna ed al centro di un arcipelago di isolette minori, allora separate tra loro da vasti specchi d’acqua.
A poco a poco su ognuna di queste isole sorsero le prime elementari infrastrutture: un campo ed una chiesa, attorno cui convergeva la comunità locale. Questa è la ragione della fitta distribuzione di chiese, sulla quale si è strutturata la configurazione urbana pluricentrica della città, che già nel XIII secolo cessa di espandersi e crescere, a causa delle singole isole che erano sul punto di toccarsi, separate solo dagli stretti canali che ancora oggi vediamo.
Sono oltre cento le isole che formano Venezia, collegate a loro volta da circa quattrocento ponti.
Per quanto riguarda il suolo e la sua conformazione la città è sostenuta da un “bosco” sommerso di pali di legno; gli antichi veneziani, infatti, per consolidare il terreno melmoso delle isole e renderlo quindi atto a sorreggere palazzi e case, hanno conficcato nel sottosuolo migliaia e migliaia di pali, oggi completamente mineralizzati e dunque assai più resistenti.
A sua volta questo manto di pali è sormontato da un tavolato di legno ed, infine, da un basamento di pietra d’Istria, che costituisce il reale suolo su cui poggiano le murature degli edifici.
IL FERRO DELLA GONDOLA
Il ferro posto a prua della gondola è certamente l’elemento più decorativo che caratterizza la celebre imbarcazione lagunare.
Una volta denominato “dolfin” (delfino) ha subìto nei secoli una notevole evoluzione, e solo sul finire del’700 prese la sua forma attuale, richiamando alla memoria, nella parte superiore, il corno ducale (la zoja), celebre copricapo del primo cittadino della città.
Le sei dentellature sottostanti indicano i sei quartieri in cui la città è divisa (il termine “sestieri” deriva appunto da questo concetto).
Il settimo dente, disposto sul lato opposto, rappresenta l’isola della Giudecca che, in posizione geografica, si puo’ definire opposta alla città (area delle Zattere).
SESTIERE SI SAN MARCO
Il sestiere di San Marco, che comprende anche l’isola di San Giorgio Maggiore, è uno dei più piccoli per estensione. Al centro della città accoglie i poli urbanistici e monumentali più rilevanti, San Marco e Rialto.
Nella zona di Rialto, caratterizzata da un fittissimo insediamento e da uno sviluppo labirintico di calli, si concentrano le attività commerciali, negozi e botteghe.
L’area di San Marco, e precisamente l’area marciana con il Palazzo Ducale e la Basilica, rappresenta tradizionalmente il cuore pubblico e religioso della città.
Il tessuto urbano più antico è sorto lungo l’asse tra il Ponte di Rialto e San Marco (che rappresenta oggi l’area più densamente trafficata), mentre la zona costeggiante l’ansa del Canal Grande, originariamente paludosa e semisommersa dalle acque, risulta essere di formazione più recente.
In questo sestiere si concentrano le istituzioni culturali più prestigiose : Museo Correr, Museo Archeologico, Museo Fortuna, Palazzo Grassi, Biblioteca Marciana, Teatro La Fenice.
STORIA DI PIAZZA SAN MARCO
Questa è l’unico spazio aperto denominato “piazza”, a differenza di tutti gli altri, in Venezia, che, diversamente, si definiscono “campi”.
In questa piazza avevano sede, e tuttora hanno, le cerimonie civili e religiose più solenni della vita pubblica veneziana.
Oggi il lato più lungo della piazza si stende per 175 metri ma un tempo le dimensioni e l’articolazione dell’area erano assai diverse: l’acqua della laguna, entrando nello spazio oggi occupato dalla Piazzetta dei Leoni e formando una specie di darsena, circondava interamente il Palazzo Ducale e giungeva, probabilmente, fino all’altezza del campanile. La piazza era inoltre divisa centralmente da un canale, mentre ancora altri rii (piccoli canali) scorrevano lungo tutto il suo perimetro, cosicché era possibile accedervi, da ogni punto, via acqua.
L’aspetto attuale della piazza si forma nella seconda metà del XII secolo, quando viene interrato il canale che la attraversava e quando vengono costruiti nuovi ed importanti edifici pubblici lungo i lati maggiori.
La Chiesa di San Marco nasce come cappella annessa al Palazzo Ducale e, nei secoli essa si arricchì e crebbe per iniziativa del potere civile e statale. Solo molto tardi, nel 1807, diverrà sede episcopale. Di fronte alla Chiesa, il Campanile, un tempo privo della cuspide ed a formazione turrita, la cui fondazione sembra risalire al IX secolo.
SESTIERE DI CASTELLO
E’ il più grande tra tutti i sestieri (186 ettari), ed il suo nome deriva probabilmente dalla presenza, in epoca tardoromana, di un fortilizio localizzato nell’isola di san Pietro di castello, luogo all’origine della città predogale e sede per circa mille anni della cattedrale di Venezia.
Il sestiere occupa l’intera parte orientale della città ed è quasi divisa in due dalla presenza del grande complesso dell’Arsenale, vasta area formata da cantieri e bacini, circondata da mura imponenti e torri merlate, nella quale si fabbricavano le navi della flotta militare e mercantile della Repubblica Serenissima.
SESTIERE DI CANNAREGIO
Secondo per estensione dopo Castello prende il proprio nome, secondo alcuni, dalla presenza del Canal Regio (il principale dopo il Canal Grande) mentre invece, secondo altri, dalla presenza di vasti canneti che in questa zona crescevano in abbondanza.
Il sestiere si caratterizza per la presenza di importanti palazzi ed edifici minori lungo il canale di Cannaregio, di suggestive Chiese (Madonna dell’Orto, S. Alvise, il complesso della Misericordia) e, soprattutto, per la presenza del ghetto Ebraico (il più antico d’Europa).
SESTIERI DI SAN POLO E SANTA CROCE
I sestieri di San Polo e Santa Croce occupano la parte più interna della città; l’area è racchiusa e quasi interamente delimitata dalla curvatura del Canal Grande, che con la sua prestigiosa successione di palazzi si estende qui per i due terzi del suo sviluppo all’interno della città.
All’altezza del Ponte di Rialto, dove tuttora ha sede il mercato cittadino, la schiera dei palazzi patrizi (Cà Corner della Regina, Cà Pesaro, Palazzo Albrizzi, ecc.) s’interrompe per lasciare spazio ad ampi tratti di rive e fondamenta libere ai pedoni ed allo sbarco delle merci.
Nelle zone più interne delle dei sestieri, il tessuto urbanistico si è sviluppato fino al XI secolo in nuclei autonomi attorno alle singole chiese. Prima della costruzione del Ponte di Rialto (quello in pietra risale alla fine del XVI secolo) le due rive erano collegate attraverso un ponte di barche e, successivamente, da uno stabile di legno. Con l’unione delle due zone più vitali della città il ponte di Rialto ha favorito l’edificazione delle aree ancora libere con case popolari le maestranze del mercato e con le case-fondaco (l’esempio più famoso è il Fondaco dei Turchi – oggi Museo di Storia Naturale), destinate ad accogliere e conservare le merci.
SESTIERE DI DORSODURO
Il sestiere di Dorsoduro, così chiamato probabilmente perché estso su di un terreno particolarmente compatto e sollevato, si affaccia lungo il tratto finale del Canal Grande ove compaiono alcuni tra gli edifici di maggior rilevanza storica ed architettonica (la Basilica della Salute e la Punta della Dogana – nuovo centro di arte Contemporanea, apertura giugno 2009).
Verso sud, invece, il sestiere corre lungo il canale della Giudecca, la famosa area delle Zattere, denominata tale in quanto giungevano qui i tronchi degli alberi legati insieme.
Il sestiere, nel suo interno, ruota attorno al vasto e caratteristico campo Santa Margherita, con il contiguo complesso conventuale dei Carmini.
Nell’estremità sud/occidentale, poco lontano dalle preziose ed antichissime chiese dell’Angelo Raffaele e di S. Nicolò dei Mendicali, sorgono grandi fabbricati industriali otto/novecenteschi, oggi fatiscenti o destinati ad uso universitario.
La lunga e stretta isola della Giudecca, un tempo occupata da folti roveti (e per questo denominata anticamente “spinalonga”) è separata dalla città dal vasto canale omonimo. Ospitava molte importanti manifatture ed ancora oggi l’isola, dietro il fronte dei piccoli edifici e palazzetti allineati lungo la riva del canale (interrotti dalle facciate delle Chiese delle Zitelle e da quella del Redentore) offre un paesaggio singolare caratterizzato da alte gru, ciminiere ed antichi magazzini.
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