Le Dolomiti (anche dette Monti pallidi) sono un gruppo montuoso delle Alpi orientali, in Italia, convenzionalmente delimitato a nord dalla Rienza e dalla Val Pusteria, a ovest dall'Isarco e l'Adige con la valle omonima, a sud dal Brenta da cui si stacca la Catena del Lagorai al confine con la Val di Fiemme e a est dal Piave e dal Cadore. L'esistenza delle Dolomiti d'Oltrepiave, situate a est del fiume Piave, nelle province di Belluno, Udine e Pordenone (e anche in parte dell'Austria, in bassa Carinzia), delle Dolomiti di Brenta, collocate nel Trentino occidentale, delle Piccole Dolomiti, fra Trentino e Veneto, evidenzia la natura puramente convenzionale di questa delimitazione territoriale.
L'area dolomitica si estende tra le province di Belluno - che ne costituisce la parte più rilevante - Bolzano, Trento, Udine e Pordenone.
Le Dolomiti prendono il nome dal naturalista francese Déodat de Dolomieu (1750-1801) che per primo studiò il particolare tipo di roccia predominante nella regione (carbonato doppio di calcio e magnesio). La genesi di questo tipo di roccia carbonatica inizia attraverso l'accumulo di conchiglie, coralli e alghe calcareee in ambiente marino e tropicale (simile all'attuale barriera corallina delle Bahamas, e dell'Australia orientale). In particolare, questi accumuli ebbero luogo nel Triassico, circa 250 milioni di anni fa (ricorda che il genere Homo compare 3 milioni di anni fa), in zone con latitudine e longitudine molto diverse dall'attuale locazione delle Dolomiti, dove esistevano mari caldi e poco profondi. Sul fondo dei mari si accumularono centinaia di metri di sedimento che si trasformarono sotto il loro stesso peso perdendo i fluidi interni e diventando roccia. Successivamente, lo scontro tra la placca europea e la placca africana (orogenesi alpina) fece emergere queste rocce innalzandole oltre 3000 m sopra il livello del mare.
Il paesaggio attuale, spigoloso e ricco di dislivelli, compare all’occhio del turista come un crogiuolo disordinato di rocce che nulla ha a che fare con le barriere coralline. A determinare tale trasformazione sono stati: i piegamenti e le rotture delle rocce lungo piani di scorrimento (faglie), ai cui movimenti corrispondono altrettanti terremoti; episodiche esplosioni vulcaniche e relativi depositi; erosioni differenziali legate agli agenti atmosferici e ai piani di debolezza insiti nelle rocce.
L'innalzamento delle rocce dolomitiche è tutt’ora in corso. Oggi le Dolomiti mostrano il biancore dei carbonati di scogliera corallina, l'acutezza di rocce coinvolte in orogenesi recenti, le incisioni di potenti agenti esogeni (ghiacciai, vento, pioggia, freddo-caldo…). Almeno sei parchi naturali proteggono questa particolare natura e vari comitati ad hoc sono impegnati nel proporre le Dolomiti come patrimonio dell'umanità.
Nel futuro geologico le Dolomiti continueranno a crescere inglobando nuovi settori di rocce sospinte dallo scontro tra le placche europea e africana (come per la catena himalayana); la scomparsa di questa spinta determinerà il prevalere degli agenti esogeni tendenti ad appianare e addolcire il paesaggio montano (come succede negli Urali).
Alcune fra le località di villeggiatura più conosciute presenti nelle vallate dolomitiche sono: Rocca Pietore ai piedi della Marmolada (nella parte Veneta), Alleghe nella Val Cordevole, Falcade nella Valle del Biois, Cortina d'Ampezzo nella Conca Ampezzana, Ortisei nella Val Gardena, Canazei nella Val di Fassa, Cavalese nella Val di Fiemme, San Martino di Castrozza nel Primiero, Arabba nella Valle di Livinallongo.
Sono presenti anche diversi pascoli in alta quota, come ad esempio l'Alpe di Siusi o gli Altipiani Ampezzani. Fino a 1800 m (versanti nord) o 2200 m (versanti soleggiati) la vegetazione è formata principalmente da boschi conifere (abete rosso, abete bianco e pino silvestre), nelle alte quote da boschi di cirmolo e mughi.
La cime più alta è la Marmolada, con 3343 m s.l.m.. La roccia si presta bene alla pratica dell'alpinismo (roccia).
Per informazioni: www.dolomiti.com |